Chronicles of Elyria, ambiziosissimo MMORPG fantasy indipendente finanziato su Kickstarter nel 2016, aveva fatto parlare di sè recentemente dopo una lunga interruzione delle comunicazioni. Gli sviluppatori avevano infatti ritenuto opportuno pubblicare, dopo quasi un anno di silenzio, un video di gameplay che non poteva essere definito in altro modo se non… brutto.
Dopo quattro anni di sviluppo, lo stato del gioco era pietoso, e pensare che il progetto aveva raggranellato ben 7,7 milioni di dollari dai giocatori, soltanto tramite meccanismi di crowdfunding. E così giungiamo ad oggi, quando come un fulmine a ciel sereno Jeromy “Caspian” Walsh, CEO di Soulbound Studios, ha annunciato la morte di Chronicles of Elyria.
In un post sul sito ufficiale, infatti, egli racconta la storia travagliata di questi ultimi mesi, che l’ha portato alla difficile decisione di licenziare tutto il team di sviluppo, chiudere lo studio e ritirarsi nell’anonimato. Di quei 7,7 milioni di dollari non si sa quanto resti né chi abbia ottenuto gli avanzi.
I problemi iniziano per la verità già da molto tempo. L’eccessiva ambizione del gioco non è mai stata supportata da uno sviluppo sufficientemente celere e di qualità. Quando i soldi sono iniziati a scarseggiare, gli sviluppatori si sono ritrovati con un niente in mano, perchè li avevano spesi evidentemente male: a promettere feature mai veramente concretizzate in-game.
Gli sviluppatori avevano quindi deciso, con quel poco che avevano in mano, di rivolgersi ad alcuni investitori. Ma mancava un prodotto degno e promettente: quello che c’era era poco più di un concept, e per di più malfatto. Di conseguenza, racconta Jeromy Walsh, i potenziali investitori avevano rifiutato di intervenire, adducendo questa motivazione:
Perché venite da noi a chiedere i soldi? Se avete fiducia nel fatto che il crowdfunding vi sosterrà, allora non avete bisogno di noi. E se invece non siete abbastanza fiduciosi dei vostri mezzi, allora anche noi non lo siamo per investire su di voi.
Ed in effetti, non è che si possa dare troppo torto agli sviluppatori: Chronicles of Elyria stava evidentemente perdendo la bussola.
A parte alcuni rari casi di ultra-finanziamento (come Star Citizen), il crowdfunding per progetti ambiziosi e vastissimi come doveva essere Chronicles of Elyria non è che l’inizio di una scalata che permetta agli sviluppatori di acquisire fondi con i quali produrre qualcosa di modeste dimensioni ma di grande qualità, con cui poi andare dai grandi investitori a chiedere cifre più ingenti. Nel dialogo con questi ultimi, gli sviluppatori debbono mostrare un prodotto promettente e bello, fatto a partire dalle opportunità offerte tramite crowdfunding, e del quale si percepiscano le potenzialità.
Nulla di tutto ciò è stato mai fatto dagli sviluppatori di Chronicles of Elyria, e da Jeromy Walsh in primis, che per anni e anni non ha fatto altro che promettere cose irrealizzabili mai corroborate da uno straccio di prova, un video, un gameplay.
La verità, al di là delle parole di miele di Walsh, è questa: i soldi della campagna iniziale su Kickstarter sono quindi finiti, e nessuno ha lavorato abbastanza bene per convincere poi altri investitori a puntare sul progetto Chronicles of Elyria. Se avete visto il video gameplay pubblicato negli scorsi giorni, darete anche voi ragione agli investitori.
Ancora più penoso, in tutta questa situazione già riprovevole, è l’atteggiamento di Jeromy Walsh, che invece di dire le cose con chiarezza e come stanno cerca di nascondersi dietro un dito e addirittura arriva al punto di dire che “malgrado lo studio sia chiuso e i dipendenti licenziati, c’è speranza per un nuovo periodo positivo per Chronicles of Elyria”. Addirittura egli arriva a teorizzare un gioco che utilizzi le meccaniche dell’Alpha 2, “una sorta di ‘Kingdoms of Elyria’” ed afferma, in modo del tutto oltraggioso, che potrebbero esserci al lavoro “alcuni sviluppatori che si sono offerti come volontari di continuare a lavorare nel loro tempo libero”. È chiaro che questa persona non abbia compreso minimamente il valore del tempo e del denaro.
Nel post ufficiale c’è poi una breve parte dedicata alla community di Chronicles of Elyria, che sicuramente si sentirà tradita e delusa da come sono andate a finire le cose. Dice infatti Jeromy Walsh: “Al momento, ci sono centinaia di server Discord con un sacco di persone, nobiltà, contadini, tutti che vogliono fare roleplay e fantasticare sul mondo che stiamo creando. E non vogliamo che ciò finisca: pensiamo che ci sia ancora un futuro per Elyria, anche se non è chiaro in che forma o quando sarà realtà”.
Insomma, pure nel momento più buio, anche quando il mondo trema da sotto i piedi e si apre la voragine del fallimento, Jeromy Walsh continua imperterrito a promettere cose, prendendo sostanzialmente in giro la community di appassionati di Chronicles of Elyria: illudendoli che un domani “ci sarà un futuro per Elyria”. Invece il gioco è chiuso, il team di sviluppo cancellato, e Walsh prenderà presto il volo.
Addio dunque Chronicles of Elyria: un gioco troppo ambizioso per il suo bene, ed economicamente gestito malissimo. Insegna agli angeli come non si lavora ad un MMO.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Con i soldi degli altri sono bravi tutti, ma che COE fosse uno scam si sentiva dall’odore lontano un miglio già quando lo pubblicizzarono le prime volte, dai commenti entusiasti di chi aveva pagato anche migliaia di euro per delle promesse (o almeno così dicevano, salvo che fossero semplicemente persone che affermavano falsità per spingere altre persone a spendere veramente). Il nulla assoluto.
Purtroppo conosco personalmente persone che hanno sborsato migliaia di euro per COE. Molto triste.