Tornano in grande spolvero i ragazzi di Infinity Ward con un nuovo Call of Duty, accompagnato da due paroline magiche che fin dall’annuncio hanno mandato in brodo di giuggiole i fan della serie. Il riferimento è chiaramente a Modern Warfare, che riporta come da nome ad una guerra attuale, cruda, più tattica e priva di feature come i super salti o le passeggiate sui muri che abbiamo visto nei precedenti capitoli e hanno fatto storcere il naso a molti.
Gli sviluppatori si sono fatti carico di rendere giustizia ad un titolo che ha fatto storia nel genere FPS rischiando molto. Stavolta Infinity Ward, insieme ad Activision, ha deciso di ricalcare le glorie del passato cercando di aggiungere qualcosa in più ed impreziosendo gli aspetti già consolidati, non senza qualche sbavatura che a breve andremo a vedere. Dopo le ottime recensioni della stampa internazionale ora vi diamo il nostro parere sul gioco provato in versione PC tramite Battle.net.
Una campagna attuale
Da sempre il biglietto da visita di un Call of Duty è la campagna. In parte perché funge da enorme tutorial per alcune novità che si approfondiscono in seguito nel multiplayer e poi perché è un gran bel vedere, con effetti incredibili e una narrazione serrata sempre più simile ad un film d’azione. Questa volta la storia ha luogo in Urzikstan, un’immaginaria nazione mediorientale colpita su più fronti da russi e terroristi islamici. In mezzo a tutto ciò un manipolo di ribelli cerca di liberare il Paese un pezzo alla volta (qualcuno ha detto Siria?). I capitoli della storia vedono diversi protagonisti tra inglesi e americani che saremo chiamati ad utilizzare: in questo modo l’intreccio risulta complesso, rendendo la narrazione più varia e con un ritmo sempre in evoluzione. Si passa dal richiamare attacchi aerei contro mezzi pesanti altrimenti inarrestabili al difendere un appostamento ribelle, in una missione dedicata all’uso dei fucili di precisione, con tanto di tutorial su come correggere la mira in base alla distanza e al vento.
Veramente notevole a livello comunicativo (piccolo spoiler) un particolare capitolo dedicato al flashback di Farah, nel quale la futura guerrigliera assiste alla morte dei suoi genitori e alla distruzione della sua città. Sarebbe stato bello poter vedere lo stesso livello qualitativo nel resto della storia, che purtroppo è più incline al solito fanatismo militaresco scandito da frasi fatte, sentite a più riprese in molti film statunitensi del genere.
Purtroppo la campagna ha una durata di circa 5 ore, con delle cutscene visivamente incredibili – le quali occupano una buona fetta dei 117 GB di installazione – e, per quanto godibile, risulta assai più breve delle precedenti iterazioni del titolo (a parte Call of Duty: Black Ops 4, che manco aveva la campagna).
In ogni caso, con questo contenuto gli sviluppatori chiariscono gli intenti di voler ricominciare da zero portando però avanti le storie di personaggi già visti in passato. Staremo a vedere cosa accadrà in futuro e se arriveranno nuovi capitoli single player.
L’offerta contenutistica
Modalità campagna a parte, Call of Duty: Modern Warfare propone altre due categorie con le quali cimentarci: il multiplayer e il co-op.
Il multiplayer, da sempre cuore pulsante della serie, offre alcune novità sul fronte delle attività, del gameplay e della progressione. Per quanto riguarda le nuove attività Activision e Infinity Ward hanno approfittato del vuoto lasciato quest’anno con l’assenza di un Battlefield per proporre una modalità battaglia campale con un elevato numero di giocatori per fazione, mezzi da combattimento e posizioni da conquistare. Guerra Terrestre, questo il nome dell’attività, risulta coinvolgente e con delle mappe ben costruite. Il camping è limitato o comunque punibile con le dovute strategie di gioco, ed un’ottima conoscenza del terreno della battaglia – oltre ovviamente alle armi – è fondamentale per la vittoria. L’unica pecca sta forse nella carenza di mappe disponibili, solo tre al momento. Sicuramente gli sviluppatori non mancheranno di ampliare e migliorare questa nuova proposta per i giocatori.
Scontro propone invece un conflitto a fuoco con due squadre da due giocatori. Ciò che rende divertente questa modalità è il limite di poter utilizzare solo un preciso loadout di armi a seconda del round di gioco. Le mappe sono ovviamente di dimensione ridotta, ma offrono punti strategici per il posizionamento e vie di fuga per ottimizzare il controllo dell’area. Potrebbe rivelarsi molto interessante anche per il panorama esport.
All’interno della playlist di partita veloce possiamo poi trovare le classiche Dominio, Deathmatch a squadre, Quartier Generale e Cerca e Distruggi, accompagnate da una variante di quest’ultima intitolata Attacco Informatico. In questa attività la squadra in attacco deve piazzare una bomba su un computer e difenderla sino alla detonazione mentre i difensori, chiaramente, puntano a disinnescarla. Si dispone di una sola vita ma in caso si venisse abbattuti è possibile essere rianimati da un compagno. Risulta piuttosto chiaro l’intento degli sviluppatori di creare un emulo di Rainbow Six Siege, ma il risultato non brilla particolarmente e probabilmente la creazione ad hoc di mappe al chiuso per questa modalità avrebbe giovato anche al fine di differenziarla dalle altre.
Parlando sempre di utilizzo di mappe – in questo caso intelligente – è importante infine citare la modalità Visore Notturno. Portando la notte nelle aree di scontro e permettendo la localizzazione della nostra posizione all’avversario con l’utilizzo del mirino ad infrarossi, Visore Notturno riscrive completamente l’approccio al combattimento. Un’area che con la luce già si conosce a menadito si rinnova e viene percepita come nuovo contenuto con una semplice alterazione atmosferica.
Ritmo e gunplay
Call of Duty: Modern Warfare ha un ritmo di gioco sempre frenetico e dinamico, che però rallenta quel tanto da garantire una maggior apertura alla strategia e al controllo della mappa. Il camping è meno presente ed un buon time to kill delle armi permette diversi approcci alle situazione, grazie anche ad eccellenti mappe colme di interconnessioni tra le aree e svariate finestre e coperture.
Il lavoro svolto dal team nella realizzazione dei modelli delle bocche da fuoco è di altissimo livello. Il feeling del gunplay è restituito in maniera perfetta con rinculi grafici e animazioni di ricarica lavorate fino al minimo dettaglio. Tutto questo viene impreziosito da un comparto audio che ci immerge totalmente nell’azione, permettendoci quasi di fare a meno di quella minimappa in alto a destra che gli sviluppatori avevano coraggiosamente cercato di eliminare in favore di un maggior realismo. Purtroppo in seguito all’insurrezione della community dopo la beta la mappa è tornata al suo posto, ma possiamo comunque goderci un comparto audio di degnissimo rispetto.
Alcune armi risultano più versatili, e di conseguenza efficaci, in diverse tipologie di mappe. Il fucile automatico M4A1 è un’arma piuttosto rapida, letale e con un’ottima portata per la sua categoria; vi capiterà quindi spesso di vederla in mano ai vostri avversari. Ogni categoria ha comunque qualcosa da dire nelle giuste mani: i fucili tattici come la carabina MK2, in mano a giocatori dalla buona mira, risultano spesso più pericolosi di alcuni fucili da cecchino, i fucili a canna liscia – in particolare il 725 – seminano morte negli scontri a fuoco a breve distanza, mentre la mitraglietta AUG o l’MP5 con alcune modifiche, se giocate in modo molto aggressivo, non lasciano respiro. I mezzi pesanti, come anche i droni o gli elicotteri sbloccabili con i bonus serie uccisione, uccidono con un colpo, ma possono anche essere abbattuti con un colpo di lanciamissili secondario, un paio di granate o colpo di cecchino. Il bilanciamento delle armi è quindi piuttosto equo e non si ha l’impressione che alcune bocche da fuoco dominino lo scontro.
A tal proposito una grande novità è rappresentata dall’Armaiolo. In questo menù possiamo modificare una quantità incredibile di elementi dell’arma: calcio, ottica, caricatore, volata, canna e così via. Ciò altera le caratteristiche dell’arma dandole una maggiore precisione di fuoco o una maggior mobilità mentre si è in modalità mira, a seconda del nostro stile di gioco.
Il nostro operatore disporrà fin dall’inizio di tre specialità: si tratta di abilità passive selezionabili dall’apposito menù che possiamo sbloccare all’aumento del livello e cambiare creando sinergie con le armi in utilizzo. È sempre presente il sistema di serie di uccisioni che dà accesso a dei bonus da utilizzare sul campo, con la possibilità di ribaltare le sorti dello scontro. Dal livello 29 è possibile eliminare l’accesso delle abilità di killstreak in favore di ulteriori tre specialità che si attivano superando determinate soglie di uccisioni, ma non ci è sembrato uno scambio equo e sensato da fare.
Sistema di progressione e modello di business
La progressione di gioco ha subito una serie di cambiamenti con l’introduzione delle stagioni. Gli storici livelli Prestigio sono stati sostituiti da due classifiche scalabili ottenendo punti esperienza nelle varie attività. La prima, il Grado Arruolato, offre una progressione classica con cui si sbloccano armi, bonus per le killstreak e specialità fino al livello 55. Arrivati a questo punto si accede al primo livello del Grado Ufficiale stagionale: ogni livello di questo grado dà poi accesso ad una Sfida Ufficiale, la quale al completamento dona un emblema. Completando tutte le 100 Sfide Ufficiali si ottiene infine un emblema speciale.
Oltre a questo il menù Caserma offre una serie di sfide da completare al fine di ottenere ulteriori punti esperienza e oggetti cosmetici tra cui spray, biglietti da visita e ulteriori emblemi. Come in passato, anche le armi dispongono di un livello che al suo aumento sblocca mimetiche e modifiche da applicare.
L’assenza di casse premio e DLC futuri rappresenta una ventata fresca per il titolo che ora promette esclusivamente microtransazioni per elementi cosmetici ed un Battle Pass che agevolerà l’ottenimento di modifiche ed oggetti per le armi, mentre il team ha confermato il rilascio gratuito di nuove mappe nei prossimi mesi.
Co-op o zombie?
La nuova modalità co-op rappresenta un prosieguo della campagna principale, con tanto di video introduttivo che funge da filo conduttore. Troviamo una serie di operazioni giocabili in quattro giocatori che dovranno scegliere un ruolo oltre al proprio loadout, il quale garantirà una serie di abilità in gioco. L’idea sulla carta non è male ma il risultato delude poiché ogni missione vede il raggiungimento di una serie di checkpoint, attivati i quali si viene presi d’assalto da ondate di nemici.
Anche in queste attività è possibile sbloccare elementi cosmetici e operatori, ma purtroppo le mappe non brillano come nel resto del gioco e tutto risulta piuttosto piatto e ripetitivo dopo qualche missione. Resta comunque un ulteriore elemento che arricchisce l’offerta di un titolo già piuttosto longevo grazie ad un multiplayer solido.
Tecnica
La versione di prova su PC ha dato qualche problema di framerate nelle cutscene della campagna. È stato possibile ovviare a questo problema smanettando i settaggi grafici e disattivando alcune feature come il ray tracing delle RTX – sì, proprio la feature di punta – ma per fortuna il resto del gioco non soffre di questi problemi.
La differenza grafica tra la campagna e il multiplayer è percettibile, ma il framerate resta stabile anche nei momenti più concitati e con più particellari su schermo. La caratterizzazione dei terreni è invece fotorealistica e l’interattività risulta buona, tranne forse per qualche porta buggata in caso di esplosione.
Come riportato in precedenza, il comparto audio è superlativo e garantisce un’immersività così alta da diventare un elemento di gameplay imprescindibile di questo Call of Duty, anche più che in passato.
CONSIDERAZIONI FINALI
Infinity Ward e Activision hanno giocato la carta della nostalgia con Call of Duty: Modern Warfare, ma lo ha fatto con rispetto dei fan e con la volontà di aggiungere novità valide ad una formula comprovata.
La campagna è forse breve ma risulta comunque di qualità ed intrattiene. Il multiplayer si conferma divertente, profondo il giusto e ben bilanciato. Ci sono piccole sbavature in alcune modalità, e forse sarebbe necessario rivedere la co-op, ma questo è decisamente un Call of Duty come non se ne giocavano da un po’. Consigliato.
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