In questi giorni non si parla quasi d’altro che dello scandalo che ha colpito Blizzard dopo la sua decisione di bannare il pro player di Hearthstone Blitzchung per aver espresso simpatia verso le proteste di Hong Kong. Anche se Blizzard ha dichiarato che la vera motivazione dietro il ban non è dovuta alle opinioni espresse dal giocatore, ma semplicemente dal fatto che egli ha violato le regole del torneo (che prevedevano di non dover esprimere conclusioni politiche), in molti non credono alle parole della software house.
Adesso, sembra che l’indignazione verrà trasferita dal mondo virtuale a quello reale: è stata infatti organizzata una protesta prevista per il primo giorno della BlizzCon, il 1° novembre.
A dare una forma organizzata al dissenso ci hanno pensato Fight For The Future, un’organizzazione non profit, e il subreddit r/ProtestBlizzcon, che stanno coordinando l’evento via Discord ed attraverso i social media.
Evan Greer, portavoce di Fight for the Future, ha rilasciato una dichiarazione molto pesante anche dopo che Blitzchung ha avuto il suo ban dimezzato in termini di durata: “Questo non basta”, ha detto. “Renderemo Blizzard un esempio lampante per tutti, così che tutte le compagnie capiscano che buttare nel cestino i diritti umani e la libertà di espressione per fare qualche soldo in più non sarà mai più tollerato”.
Ad Anaheim, dove si terrà la BlizzCon, le forze dell’ordine sono già in allerta, ma si dicono preparate a tutelare entrambe le parti. Un comunicato ufficiale da parte degli organizzatori dell’evento infatti recita così:
Visto che ci troviamo in una città con molti visitatori ogni anno, siamo abituati a gestire eventi di grande profilo. Il Convention Center di Anaheim lavorerà fianco fianco agli organizzatori degli eventi e con l’Anaheim Police Department per garantire uno svolgimento sicuro sia per i visitatori che per chi vuole pacificamente esprimere la propria opinione.
Staremo dunque a vedere fino a che punto si spingerà il dissenso nei confronti di Blizzard, che in questi giorni, complice anche la sfortunata lettera postata da Allen Brack, non accenna a ridursi.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
ma in fin dei conti, per quanto ultimamente non sopporti la Blizzard, in questo caso non hanno fatto altro che applicare il loro regolamento: niente politica, parli di politica? ban!
Anche se qui probabilmente bisognerebbe distinguere tra ‘parlare di politica’ e ‘difendere i diritti umani’ e mettiamoci anche il ‘difendere il proprio mercato in cina’… ma qui le cose si fanno + complicate.
Cmq non c’e da preoccuparsi c’è sempre gente pronta a prendere ogni pretesto per protestare a destra e a manca, tanto per rompere le scatole a qualche multinazionale ricca brutta e cattiva.