Vi abbiamo già parlato di Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint in occasione dell’open beta che si è tenuta lo scorso weekend. Il nuovo sparatutto tattico open world di Ubisoft, nonché seguito di Wildlands, verrà lanciato tra pochissimi giorni, ma chi ha prenotato le edizioni speciali o ha sottoscritto un abbonamento a Uplay+ ha avuto accesso al titolo con tre giorni di anticipo, dal 1° ottobre.
Questi giocatori della prima ora si sono accorti che la build attuale di Breakpoint presenta ancora molti bug e problemi tecnici, tra cui lag, crash, compenetrazioni, oggetti che spariscono, vari glitch e problemi di performance. Di queste cose ci siamo accorti anche noi di MMO.it, quando abbiamo streammato il gioco in occasione dell’ultima closed beta. Ubisoft è comunque a conoscenza di queste problematiche e ha promesso che molte verranno corrette con la classica patch del day one.
Si tratta del Title Update 1.0.1, che peserà 13,5 GB su Xbox One e circa 13 su PlayStation 4. Esso sarà disponibile per il download dal 4 ottobre sulle due console, mentre chi ha già effettuato il preload su PC troverà l’aggiornamento incluso nella propria copia digitale. Secondo quanto riportato sul sito ufficiale, la patch correggerà diversi bug e porterà miglioramenti alla mira assistita, all’ottimizzazione, alla chat, al PvP, all’IA dei nemici e all’interfaccia.
Il publisher francese ha inoltre promesso che entro due settimane dal lancio verrà pubblicata una seconda patch. Molti utenti che hanno preordinato Breakpoint, dando fiducia alla produzione, si sono però detti delusi e arrabbiati di aver acquistato un titolo incompleto e ancora in beta.
Nel frattempo è anche pubblicato il trailer di lancio italiano, che potete vedere qui di seguito. Ma non è questo che sta monopolizzando la discussione sul gioco nelle ultime ore.
La community è in fibrillazione dopo aver scoperto che Ghost Recon Breakpoint presenta un modello commerciale pesantemente incentrato sugli acquisti in-app. Il gioco, in altre parole, offre una quantità ampissima di microtransazioni, che vanno ben al di là della sola estetica. Sono presenti skin e oggetti cosmetici, ma anche salva tempo, booster per accelerare la quantità di punti esperienza, materiali per il crafting, accessori per le armi e persino punti abilità.
A difesa del titolo, bisogna dire che tutti gli oggetti e i potenziamenti possono essere ottenuti anche giocando. Tuttavia il poter acquisire questi contenuti con soldi reali garantirebbe sin da subito ai cosiddetti “shopponi” un notevole vantaggio, da molti ritenuto eccessivo.
Il noto youtuber Jim Sterling ha pubblicato un video molto colorito sulla questione, in cui mostra le schermate del negozio in-game incriminate e arriva a definire Breakpoint “spazzatura pay-to-win”. Per capire se ha ragione bisognerà valutare le ripercussioni delle microtransazioni sul comparto online e, soprattutto, sulla modalità PvP Ghost War.
In ogni caso ricordiamo che tutto questo non riguarda un gioco free-to-play, ma un prodotto da acquistare a prezzo pieno. Già solo questo dovrebbe far sorgere molti dubbi su una politica di monetizzazione così aggressiva.
Accesso anticipato a parte, Ghost Recon Breakpoint sarà disponibile dal 4 ottobre su PC, PlayStation 4 e Xbox One, e successivamente anche su Google Stadia. Qui di seguito potete vedere il video di Jim Sterling sulla questione.
Voi avete provato Ghost Recon Breakpoint? E per quanto riguarda la monetizzazione, che ne pensate? È giusto che un gioco a prezzo pieno faccia ampio uso delle microtransazioni?
Fonte 1, Fonte 2, Fonte 3, Fonte 4
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
Lascia una risposta