Il 9 settembre a mezzanotte verranno chiusi i server di Bless Online, terminando così, in malo modo, una tragica avventura iniziata soltanto un anno fa.
Considerando che il gioco ormai è ad un passo dall’eutanasia (forse la migliore scelta che sia mai stata compiuta dalla quasi defunta Neowiz Games), possiamo sbizzarrirci su alcune valutazioni.
Bless Online è stato un fallimento clamoroso sotto ogni punto di vista. Esso si posiziona con gran lena tra i peggiori MMORPG mai commercializzati in Occidente e la notizia della sua benedetta chiusura offre l’opportunità di fare i complimenti ai giocatori che hanno lasciato in massa un prodotto deleterio alla prima occasione.
Secondo Steam Charts, infatti, si è passati da un picco di 27.613 giocatori il primo mese (giugno 2018) a 410 player lo scorso maggio. Ma la cosa curiosa è che già durante il secondo mese (luglio 2018) i giocatori erano scesi a 5.891, cioè è bastato un solo mese dall’uscita del gioco a far precipitare il conto dei players del 73%. Dopo un timidissimo accenno di ripresa a ottobre, il gioco è stato sempre meno giocato fino alla morte conclamata di questi giorni.
Bless Online non ha saputo conquistare i giocatori semplicemente perché non ha offerto niente di buono: tra server down e altri mergiati, classi sbilanciate, cheating, hacking, traduzioni errate, un endgame incompleto e molti problemi di ottimizzazione (bug, lag, freeze, crash e cali di framerate), c’era veramente l’imbarazzo della scelta quando si trattava di dire come mai Bless Online fosse un giocaccio. E, d’altra parte, questo noi di MMO.it l’avevamo messo in chiaro fin dalla recensione del nostro Nolvadex.
Bless Online lascia quindi dietro di sé un esempio lampante di come non si debba costruire un MMORPG, e nessuno certo sentirà la sua mancanza adesso che finalmente la sua ora è giunta.
Resta un grande punto interrogativo su Bless Unleashed, MMORPG free-to-play previsto per quest’anno su Xbox One, che è in sviluppo presso Round 8 Studio ed è realizzato sfruttando l’Unreal Engine 4 (e non il 3).
Addio Bless Online: insegna agli angeli come non si sviluppa un MMO.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
altre 30 euro al vento…..hahha aiuto mmo falliti da gw2 in avanti deserto totale