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PLINIOUS EX MACHINA – POKEMON GO E LA PAURA DEL NUOVO

PLINIOUS EX MACHINA – POKEMON GO E LA PAURA DEL NUOVO

Bentornati su una nuova puntata di Plinious Ex Machina. Oggi mi aggiungo anch’io alla già nutrita mischia di chi vuol dire la sua su Pokèmon GO. In questi giorni ho provato l’app di Niantic (puro interesse mediologico naturalmente). Inoltre ieri ho anche partecipato a un ritrovo/evento reale tenutosi a Torino. No, non sono finito sotto una macchina.

A parte questo, in questi giorni ho letto tutta una serie di critiche e polemiche di carattere sociale rivolte al gioco che trovo populiste e pretestuose. Qui di seguito elencherò le principali dichiarazioni e cercherò brevemente di spiegare perchè secondo me non hanno senso.

– “Ma in Pokèmon GO si combatte contro altri allenatori. Quindi in questo gioco c’è un elemento di violenza, di conflitto!”

In realtà in Pokèmon GO la competitività è estremamente limitata dato che al momento non si può interagire con altri allenatori, se non indirettamente nelle palestre, e manca qualsiasi opzione per scontrarsi con giocatori in carne ed ossa. Per quanto riguarda il conflitto in senso lato, beh, è connaturato nell’uomo fin dai tempi di Caino e Abele o Seth e Osiride, altro che videogiochi. Meglio farsene una ragione.

– “Ma un libro non è meglio di Pokèmon GO?”

Beh, dipende dal libro. Non è così scontato. Comunque è esattamente la stessa domanda che a inizio Novecento facevano ai pionieri del cinema.

– “Un ragazzo è stato investito da un tram perchè intento a giocare a Pokèmon GO!”

Eh, scemo lui, non è mica colpa del gioco.

– “Una ragazza ha trovato un cadavere mentre giocava a Pokèmon GO! Ma ci rendiamo conto?”

E allora? Posso trovare un cadavere per strada anche mentre sto chiaccherando al telefono col mio amico, in che modo il gioco sarebbe responsabile di quanto successo?

– “Sì ma hai visto che roba? A Central Park è apparso un Vaporeon e tutti sono accorsi sul posto!”

Analizziamo i fatti: la gente è accorsa sul posto perchè lì c’era qualcosa di desiderato da molti. Poco importa se fosse un Pokèmon raro o un altro oggetto del desiderio. Un simile assembramento si sarebbe verificato se un gelataio si fosse messo a regalare coni gelato (ok, forse minore, ma è perchè i gelati esistono da cent’anni, Pokèmon GO da quattro giorni).

Ma soprattutto, in tempi tristi come quelli in cui viviamo non è forse positivo che le persone escano di casa e si trovino per giocare, fare amicizia e celebrare la vita? Ho l’impressione che coloro che si lamentano del successo di Pokèmon GO siano gli stessi che brontolano che “Oggigiorno i parchi sono tutti vuoti”, problema che Pokèmon GO sta contrastando più di quanto qualsiasi politica sul territorio abbia mai fatto.

– “Fino a pochi giorni fa l’app più utilizzata su smartphone aveva una durata media di utilizzo per utente di 22 minuti al giorno. Con Pokèmon GO siamo già a 33 minuti!”

Beh, se il livello medio delle app su smartphone è rappresentato da programmi come Tinder è una buona notizia che Pokèmon GO superi le altre app come tempo di utilizzo.

– “E per i problemi di privacy? Pokèmon GO richiede di accettare tutta una serie di condizioni d’uso e di avere accesso ai nostri dati privati!”

Ben svegliati, è da anni che le app chiedono di avere accesso al nostro dispositivo e ai nostri dati. Insomma, il problema di privacy c’è, ma esiste da ben prima di Pokèmon GO. E fa sorridere il fatto che molti parlano di un “problema di privacy per Pokèmon GO” su Facebook, dove volontariamente abbiamo inserito i nostri dati personali e accettato le condizioni d’uso per la gioia di Mark Zuckerberg.

– “Sì ma Pokèmon GO è un gioco immersivo! L’alienazione è dietro l’angolo!”

In realtà Pokèmon GO non è un gioco particolarmente immersivo. Basta distogliere lo sguardo dallo schermo dello smartphone in qualsiasi momento per vedere il mondo circostante, a differenza ad esempio dei dispositivi di realtà virtuale, in cui attorno a te vedi soltanto il mondo virtuale finchè non ti togli fisicamente il casco. Pokèmon GO mostra un mostriciattolo sul minuscolo schermo di un cellulare. Davvero abbiamo paura di questo?

Con questo non voglio dire che siano tutte rose e fiori. Pokèmon GO si porta dietro dei problemi, principalmente legati alla sicurezza reale e all’abuso della privacy, a cui bisogna far attenzione. Gli utenti devono sviluppare una consapevolezza del medium, come capita per ogni altro mezzo o strumento.

Insomma, ragioniamo col cervello e non con l’emotività, perchè non c’è niente di cui aver paura. Anzi, qualcosa c’è. L’ignoranza umana.

 

pokemon go

 

 

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