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Life is Feudal: Your Own – Recensione

Life is Feudal: Your Own – Recensione

Sviluppato e pubblicato dalla software house indipendente Bitbox, lo scorso novembre Life is Feudal: Your Own è uscito dall’early access, cosa ormai tutt’altro che scontata per un titolo su Steam. Disponibile sullo store di Valve a 29,99€, il gioco è probabilmente uno dei sandbox survival più hardcore che si possono trovare sul mercato. Anche se si tratta “solo” del banco di prova per testare l’omonimo MMORPG in arrivo quest’anno, la versione Your Own (ovvero la versione concepita per il gioco in shard da 64 utenti al massimo) risulta un sandbox davvero immersivo caratterizzato da una complessità e profondità entusiasmanti, oltre ad essere completamente tradotto in italiano, cosa più unica che rara per il genere.

 

Creazione del personaggio e meccaniche di base

Il gioco inizia in modo classico: si sceglie uno degli svariati server (o se ne crea uno personale in cui giocare solo con amici invitati), si crea un PG, lo si personalizza a livello fisico e gli si assegnano punti su statistiche e abilità. Qui già subentra qualche perplessità: sono presenti tre razze, ma tra esse non esistono particolari differenze se non minime diversità estetiche; la personalizzazione dell’avatar è molto limitata dato che i preset variano tra poche acconciature, una manciata di tatuaggi e qualche tipo di barba. Dopo la personalizzazione estetica il giocatore può procedere distribuendo un numero limitato di punti tra gli attributi principali del gioco (Forza, Agilità, Costituzione, Forza di volontà e Intelligenza), le abilità lavorative basilari (Ricerca di minerali, Silvicoltura, Conoscenza della natura, Terraformazione e Agricoltura) e le abilità da combattimento, che vanno dalla maestria con armi da taglio all’abilità con quelle da lancio fino al combattimento a cavallo.

Il gioco è impostato per attribuire, a mano a mano che il personaggio affina le abilità, un numero massimo di punti che sommati non permettono di massimizzare tutte le skill (il cosiddetto skill cap). Per non sprecare punti, però, ci viene data la possibilità di modificare la crescita delle abilità, impostandole in modo che crescano, restino stabili o scendano se non usate (e restituiscano punti da poter utilizzare altrove) rendendo con molta pazienza il nostro PG adatto alle esigenze e alle sfide che dovrà affrontare. Nelle prime fasi di gioco infatti, quando le nostre conoscenze sono basilari, potrebbe essere comodo avere un alto valore di Forza di volontà e Costituzione, attributi utili per resistere alle fatiche; progredendo e acquisendo nuove conoscenze, invece, potrà servire avere un alto livello di intelligenza per accedere alle architetture più complesse.

Life is Feudal: Your Own può essere giocato con visuale sia in prima che in terza persona. L’interfaccia è abbastanza intuitiva grazie a icone semplici e ben disposte; il gioco possiede di base una modalità freelook caratterizzata dalla classica visuale gestita dal mouse e spostamenti tramite tastiera, mentre premendo Tab si attiva il cursore per interagire direttamente con icone e comandi. Col tasto destro del mouse abbiamo accesso ad una lunga lista di azioni contestuali: cliccando su un albero possiamo analizzarlo per scoprirne la specie e quante risorse contiene; cliccando sul terreno possiamo cercare piante, metalli e pietre, terraformare, posizionare oggetti o edificare una struttura. Il pulsante destro del mouse funziona su tutto, compresi gli animali selvatici, che una volta abbattuti possono fornire pellame per i vestiti e carne per il sostentamento, ossa per creare strumenti o monili.

 

Life is Feudal: Your Own

Mai ‘na gioia

Life is Feudal: Your Own è incentrato sull’esplorazione e la raccolta di differenti minerali e materiali, utili per il crafting, attraverso le varie radure e le foreste della mappa di gioco, circondate da panorami mozzafiato davanti ai quali non ci si può non fermare per qualche secondo prima di ricominciare le tribolazioni. Più che un gioco, Life is Feudal: Your Own è però da considerarsi una lotta per la sopravvivenza e un’avventura per evolversi alla civiltà: si inizia come un naufrago su un’isola, che fatica ad accendere un fuoco e che sfida le forze della natura per procacciarsi qualche mela da mangiare (e per riempire l’indicatore della fame) ma, se si riesce a superare le prime difficoltà, si può passare alla seconda fase: stabilirsi.

Stabilirsi è però una sfida ancor più tribolata della precedente: ogni strumento va realizzato dai player e ogni creazione è elaborata nei minimi dettagli. Ad esempio costruire un semplice tavolo in legno richiede una serie di abilità specifiche impressionante: innanzitutto bisogna saper costruire un’accetta per abbattere un albero e una sega per tagliare il tronco in assi; c’è poi bisogno di chiodi, ma per farli c’è bisogno di una carbonaia, una fucina, un crogiolo per fondere il minerale, un’incudine, stampi per preparare delle barre di ferro e una tenaglia per ricavare i chiodi dalla barra. Ovviamente tutti i passaggi descritti necessitano degli strumenti giusti, tutti da craftare, e delle abilità giuste per poterli usare.

Life is Feudal: Your Own propone una varietà infinità di craft che partono da oggetti rudimentali, fatti con rami e selce, per arrivare a creazioni in ferro ed elementi architettonici in muratura. Tutte queste creazioni si sbloccano evolvendo le abilità lavorative basilari del proprio personaggio, passando ad abilità evolute quali carpenteria, erboristeria e forgiatura. Come si può dedurre le mansioni da svolgere giocando a Life is Feudal: Your Own sono davvero molte e questo a tratti rende il titolo quasi più simile ad un secondo lavoro (la definizione di “Servo della gleba simulator”, insomma, non è poi così lontana dalla realtà).

 

Life is Feudal: Your Own

Ora et labora

La mappa è completamente terraformabile: ogni roccia può essere estratta e ogni avvallamento livellato; con abbastanza tempo e pazienza è possibile radere al suolo un’intera collina. Ogni oggetto sulla mappa è interattivo: gli alberi posono essere ispezionati per ricavarne rami, cortecce o germogli da trapiantare vicino ai propri possedimenti, così come i tronchi possono essere tagliati, trasportati e lavorati per creare ceppi, assi o travi, utili basi per molte costruzioni. Tutto l’ambiente che ci circonda è incredibilmente realistico, dalla fauna selvatica che si può cacciare alle stagioni che variano: il ciclo delle stagioni non solo modifica il paesaggio ma influisce sul raccolto, proprio come in natura. L’incredibile verosimiglianza di Life is Feudal: Your Own ci costringe anche a prestare attenzione, durante la scelta del terreno in cui stabilirci, a quali siano i luoghi più pianeggianti ed esposti al sole: com’è giusto che sia risultano infatti i più fertili per essere coltivati e consentono di avere raccolti migliori.

Tutto questo realismo dev’essere supportato da una grande pazienza da parte del giocatore. Il ritmo del gioco è lento: trasportare legname, tagliare assi, arare e seminare i campi sono azioni che richiedono una certa dose di tempo. Ciò rende il gioco non certo monotono, viste le innumerevoli azioni da svolgere, ma talvolta un po’ noioso. Anche gli spostamenti sono lenti; l’unico mezzo di trasporto presente nel gioco è rappresentato dai cavalli: questi però, oltre ad essere difficili da ottenere ed allevare, non sempre bastano quando sono necessari diversi spostamenti nella mappa di gioco. Per dare un aiuto ai poveri player i programmatori hanno inserito una chicca per tornare all’istante ai propri possedimenti: basta infatti una preghierina e saremo trasportati direttamente a casa nostra. Più si pregherà più sarà rapido tornare alla nostra dolce capanna; la costanza nell’orazione inoltre garantisce alcuni benefit al giocatore, come maggiore fortuna nel trovare minerali rari.

 

Life is Feudal: Your Own

Si vis pacem, para bellum

Life is Feudal: Your Own è chiaramente pensato per il gioco di gruppo: gli scogli più grandi per i lupi solitari sono infatti rappresentati dal limite dell’inventario e dall’enorme numero di risorse e strumenti necessari per costruire anche la più piccola struttura. Il gioco offre la possibilità di formare un clan con altri player e reclamare una porzione di terreno sulla mappa. Per stabilire una proprietà è necessario edificare e mantenere, non senza sacrifici, un certo monumento; la zona di mappa controllata potrà essere estesa aumentando il livello di questo monumento. Ovviamente possedere della terra, magari con diverse risorse a disposizione, genererà l’invidia di altri gruppi di giocatori. Infine, estendendo il proprio possedimento sempre di più, prima o poi esso arriverà a confinare col territorio di un altro clan… e questo, come si sa, può sfociare solo in una cosa: guerra!

Essere pronti alla pugna non è cosa immediata: anche se le regole e la velocità di apprendimento delle skill cambiano da server a server, di default sono necessarie alcune settimane di gioco per poter contare su una casupola, una forgia e un livello di crafting che permetta la realizzazione di armi in ferro. Una volta arrivati a questo punto, Life is Feudal: Your Own propone un vasto assortimento di armature, armi e macchine da assedio: sta poi al giocatore saperle usare in battaglia con efficacia e coordinare i propri commilitoni (sfruttando la comoda chat vocale integrata) per fendere le linee nemiche ed impossessarsi dei territori. Il combattimento punta alla simulazione, con mira libera e fisica realistica delle armi. Per battersi non basta possedere una spada e la giusta abilità. Per infliggere danni è infatti necessario che sia la parte corretta dell’arma a impattare sul marrano: più nello specifico bisogna colpire il nemico con l’estremità più lontana, compiendo un ampio movimento per aumentare la forza di impatto. La fisica è stata curata anche per le armi da lancio: le frecce e i dardi scagliati risentono della gravità e i danni dipendono dalla parte del corpo ferita.

Il gameplay tuttavia presenta alcune pecche che rompono l’immersione, come l’impossibilità di accovacciarsi (azione che potrebbe tornare utile per non essere individuati durante le battute di caccia o il PvP) e un calcolo del danno da caduta approssimativo. Morire in Life is Feudal: Your Own è piuttosto spiacevole poichè comporta la perdita di diversi punti abilità che dovremo sudare per riacquisire, nonchè di tutti i nostri averi presenti nell’inventario (il famigerato full loot). È però possibile evitare una brutta fine: arrendendosi al proprio nemico e consegnando i propri beni si può infatti scampare alla morte (e alla perdita dei preziosi punti). O, nella peggiore delle ipotesi, è sempre possibile mollare tutto e darsi alla fuga per i campi.

 

3

CONSIDERAZIONI FINALI

Life is Feudal: Your Own è un sandbox curato e dal grande potenziale: i modelli sono dettagliati, le texture definite e le animazioni di ottima qualità, mentre il complesso crafting rende il gioco davvero profondo. Purtroppo però il prodotto di Bitbox cade su alcuni importanti aspetti tecnici e strutturali: la grafica soffre di un engine poco ottimizzato e ciò porta a caricamenti abbastanza lunghi, vari problemi di pop-up e diversi bug grafici, oltre ad una certa incompatibilità con i sistemi multi-GPU. Strutturalmente il gioco presenta un ritmo molto lento, che a tratti rischia di diventare quasi noioso. Inoltre la notevole mole di attività da svolgere anche solo per il sostentamento del personaggio lascia poco spazio alla parte di gameplay riguardante i combattimenti (il che, intendiamoci, non è per forza un male, a patto di sapere a cosa si sta andando incontro).

D’altronde Life is Feudal: Your Own “sponsorizza” in modo marcato il gioco di gruppo: è infatti impossibile realizzare le strutture più complesse se non con l’aiuto di svariati compagni specializzati nelle varie professioni. Questo comporta che Life is Feudal può dare molto di più in un contesto più ampio del server a 64 player: la lenta progressione legata a un mondo vivo e persistente trova la sua giusta collocazione in server popolati massivamente, in cui centinaia di PG collaborino e scambino tra loro beni e materiali (creando quindi un’economia, assente in questa versione) per trasformare il mondo virtuale in un vero microcosmo medievale con tanto di feudi, castelli e villaggi dediti all’agricoltura. Life is Feudal: Your Own è dunque un buon antipasto in atttesa dell’imminente (si spera) versione MMO.

 

La nostra scala di valutazione

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